CERIMONIA DI PREMIAZIONE
PREMIO “CITTÀ DI PENNE – FONDAZIONE PIAZZOLLA” 2011
26 Novembre 2011
Penne (PE)
SEZIONE POESIA EDITA 2011
Motivazione vincitore
La profanazione di Roma
La Roma di Franco Buffoni non è quella di Fellini o dei cineasti nostrani, né quella dei produttori televisivi ove a suon di milioni sfornano le loro storie inani. Né quella dei politici, dei loro portaborse o dei mestieranti di una casta corrotta o inquisita.
È la Roma di una realtà, non certo meno drammatica: quella della storia sempre più declassata e delle memorie imbastardite, non tralasciando lo sfruttamento lavorativo, la fama di una Capitale divenuta anonima e disperata, invasa da forze lavoro precario-extra, ritenute ricchezze del paese o promotori di rapine o misfatti all'ordine del giorno.
“Di quanti vanno bramando nella notte / credendo per la forza lì si tema,/ occhi aurei o argentati/di quella pasta luminosa/misto acrilico misto resina.”
E il poeta Buffoni, appartenente a una cerchia di poeti, tra i migliori del nostro confuso Paese, fa le sue ricerche adottando il metodo del silenzio parlante, evitando strombazzamenti, messe in scena o mondanità scontate da gossip, in un ambiente ricco di tanti nostri pseudo-intellettuali o accademici.
Buffoni è un atonale osservatore di realtà, angoli, particolari, trasfigurati da contemplazioni o analisi di imprevisti risultati.
“Roma, attorno all'occhio del tifone / disorganizzata pulsa anonima / credendosi scaltra.”
Le rievocazioni derivano da cronaca, poesia, arte, con versi di una concettualità in cui non prevale il laconismo, ma un'attualità sofferta, di derivazione socio-storico-artistica.
Il più proviene da rievocazioni della memoria.
Un'espressività fuori del comune, in un insieme di immagini da rivitalizzare. Alla ricerca di una rivisitazione dai mille volti.
“Sembra persino educata / la gente in Centro al mattino / si è appena alzata / Coi silenzi dei rumori / e i pudori del cielo che si muove.”
Priva di scontati pezzi chiusi, la raccolta risente di uno scorrere irrefrenabile, mentre la realtà fa da originale contorno.
Per gli effetti di un ritmo imprevedibile, per la rievocazione storico-ambientale e la originalità della versificazione, la giuria e la Fondazione Marino Piazzolla sono liete di conferire a Franco Buffoni il Premio per la Sezione Poesia Edita 2011, per l'opera Roma, edito da Guanda.
(Velio Carratoni)
SEZIONE POESIA OPERA PRIMA EDITA
Motivazione vincitore
Nel lindo pattume quotidiano
“Luccicare dell'occhio mio”, osservare realtà più scomode, senza clamori di suoni o descrizioni.
Tutto viene trasfigurato da una impartecipazione rivissuta al rallentatore, con una lente di ingrandimento che osserva senza commentare, esprimendo nullificazioni coscienti.
Eppure il mondo di Silvia Pascal è oscuro, ma le sue accennate o lapidarie osservazioni vanno verso una rivisitazione che sa di spenta arditezza.
Non ci sono palpiti, ma vivisezioni di un rivivere, che viene accettato anche se prevede l'abisso.
“Borghese / è la parola pulita degli sporchi”.
O ancora:
“Mille volte / ho dannato / il coito che fu / mia madre-/mio padre.”
L'autrice risente di un'atmosfera maledetta e rarefatta. Resta viva e cosciente, anche quando vomita fiotti ciechi di rabbia.
Per lei le larve si fanno tana.
“Ho trascorso i migliori anni/Piangendo e scrivendo...”.
“...Gli anni della vita, vorrei vederli qui,/ srotolati ai miei piedi/come mucchi di carta straccia./Saggio con le dita/il sapere del tempo perso”.
“...Donate ragazze/”.
Quanto enunciato rievoca costrutti poetici che risentono della predisposizione dell'autrice per l'anatomia, il punk, l'antropologia e simbolismo, in consonanza con la sua attività teatrale.
E qui la ricerca risente di umori strozzati.
Per i motivi accennati, la giuria e la Fondazione assegnano a Silvia Pascal il “Premio Penne – Fondazione Marino Piazzolla” 2011, sezione Opera Prima Edita, per la silloge Versi anatomici, edito da Damocle.
(Velio Carratoni)
Foto della Premiazione