PREMIAZIONE
PREMIO NAZIONALE DI POESIA, EDITA
"CITTÀ DI PENNE - FONDAZIONE MARINO PIAZZOLLA"
Sabato 28 Novembre 2009
Penne (PE)
Premio Nazionale di Poesia, edita,
"Città di Penne - Fondazione Marino Piazzolla"
VINCITORE: Sergio Zavoli, La parte in ombra (Mondadori)
Intervento del Presidente della Fondazione Piazzolla
Dalla parola alla poesia
Tra i testimoni della Storia d'Italia, e non solo, degli ultimi anni, Sergio Zavoli resta il cronista o il commentatore di fatti, meno retorico e reboante.
Tutto è stato da lui riferito con il gusto del distacco.
Da lì nasce l'esigenza di trasfigurare i fatti reali in significati più lontani dalla cronaca per avvicinarsi, in sottofondo, a una riflessione interiore sempre più manifesta.
Già nelle domande a tanti intervistati c'era un ricorrere a un clima di sintesi che proveniva dalla frantumazione del presupposto d'occasione per lasciare il luogo ad un'atmosfera intimo-espressiva.
Dalla prosa, dai ruoli istituzionali, dal 1995 con Un canto guardare, In parole strette, L'orlo delle cose, fino a La parte in ombra è giunto a una limpida poeticità, non tralasciando l'attenta testimonianza di tanti fatti nazionali e internazionali, per arrivare alle difese dei diritti di un'informazione pluralista, sempre più minati e calpestati.
Montale nel 1975, all'Accademia di Svezia, in occasione dell'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura, si chiedeva se ancora fosse possibile la poesia, ammettendo che per molti secoli è scaturita dal Benessere o Malessere universale. Riconoscendo altresì che senza la realtà o la parola non si sarebbe potuta manifestare nel corso dei secoli.
Tali affermazioni ci riconducono alla vicenda Zavoli in qualità di osservatore permanente.
Nella sua raccolta ci sono i Versi d'epoca, Quelli dedicati, Versi per Valentina, Versetti Alessandrini, Versi civili, Versi del Tempo presente ecc. In tutti c'è la necessità di non adulterare l'esigenza dell'uomo di liberarsi da tanti infingimenti d'occasione.
C'è il richiamo ad una umanizzazione che si sta allontanando da tante matrici che generano imbarbarimenti legalizzati e ammessi da codici di civile osservanza, dalla scuola, incapace di educare, alla famiglia, divenuta istituzione del disimpegno.
Evitando di fare altri accenni, riscontriamo figure guida, come: Montale ("io so che il tempo è dove sei e sai"); Fellini ("tutto accadeva sopra il telo bianco/della città innevata, immersa nel silenzio/dentro e fuori del film"); Bo ("...a Ferrara di notte/ripenso quelle soste salutari/quando, con il tuo scettro alzato/parevi accomiatare le parole/appena pronunciate..."); per non dimenticare Risi, Gatto, Zanzotto ecc.
C'è anche Valentina ("te lo confesso, Vale, avrei voluto/lasciarti un'altra idea di me/ma fra le tante immaginate/la sola vera somigliava al pino/amato dalle folgori... ho in sogno, Vale, di avere gli anni tuoi/e esserti fratello, di non sapere/come si è padri e figli...").
Nei Versi civili si chiede: "...non eravamo il popolo di Dio,/prima di mettere ai bambini/le cinte di tritolo?/Presentandoci al Padre/si potrà ancora dire ecco il sangue/in memoria di te?".
Questi alcuni esempi di una poesia scaturita da parole sussurrate, per arrivare alla consapevolezza che "... la mia fede non cola lungo i ceri,/e non conosce il viola del martirio./Ma sarà pure un segno/che sono sulla soglia,/come le foglie contro gli scalini".
Quello di Zavoli è un discorso aperto che non arriva a conclusioni. Ci offre spunti, coinvolgendo in una ricerca che diviene atto di accusa o un ammettere che senza un ritorno a umane risorse "...si può restare al mondo come uccelli/con l'ala trapassata,/".
Per le ragioni accennate, Sergio Zavoli, per il volume La parte in ombra, edito da Mondadori, viene insignito del Premio Poesia Edita "Città di Penne - Fondazione Marino Piazzolla 2009".
(Velio Carratoni)