Sabato 1 dicembre 2007
presso Hotel dei Vestini - PENNE
XXIX EDIZIONE
PREMIO DI NARRATIVA "CITTÀ DI PENNE - EUROPA"
con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
- PREMIO SPECIALE OPERA PRIMA
Fondazione Marino Piazzolla - Vincitore
MICHELANGELO BONITATIBUS "Il cacciatore di chimere" (Fermenti)
Motivazione:
Poesia che cita realtà con leggerezza immediata verso mete invisibili che vanno al dunque senza lasciare tracce stridenti. L'umano è fuso ad un'essenza levigata. Le parole si identificano in tratti di tempo animati da regole arcane dal sapore spesso enigmatico. Ogni ricordo è uno scolpire immagini immerse nel tempo, pur andando al di là di ogni temporalità.
Bonitatibus va alla ricerca di tracce recenti o attuali, anche se tutto rientra in un gioco prefissato che rivive e muore in nome di un ricordo scemato. C'è aria di regole ancestrali nei suoi versi, scaturiti da attimi fuggenti. E dal contingente si va ad un eterno presente, ove la poesia sembra suggerita da entità non svelate.
Tutto resta in un'atmosfera trasognata, pur essendo reale. E la memoria prevale sovrana. Le parole esprimono concetti con sussurri che riportano stati d'animo reconditi, alla ricerca di tracciati di vita e di abbandoni agognanti presenze di atmosfere non atrofizzate o superate. “...tutto si consuma/dal letto alla scrivania/tra insospettabili pareti...apparterrò mai a queste pareti?...davanti allo specchio medito la fuga...a 4000 metri/sarò più vicino a Dio?...sull'acqua/hai scritto/ col dito/il tuo perdono...gli dei non piangono/la morte degli amanti...”.
Questi alcuni esempi di un poeta ricco di coinvolgimenti, pur superando contatti finiti.
Il ciclo della vita è una conferma di riminiscenze in connubio con uno stato di contemplazione fremente. “...potessi cancellare dal vetro/il tuo sorriso/che mi divora dentro”. Questa l'illusione più aperta che incita alla mestizia, senza lamenti o titubanze.
Per dimostrare come il tutto sia un insieme di niente necessario che nutre e consuma in nome della vita. Per l'atmosfera mai retorica e altisonante, per il dire senza ribadire, Bonitatibus tende a trasfigurare ogni anelito, risultando in balia di immagini balenanti, di un sentore primordiale, quasi al di là del tempo. Questo il suo lato che lo distingue come un itinerante concentrato in sé, alla ricerca di tangibili chimere. Le ragioni su esposte ci danno sentore di un testo non occasionale, meritevole del conferimento del Premio Fondazione Marino Piazzolla, poesia, opera prima. E l'autore, Michelangelo Bonitatibus, con il suo volume Il cacciatore di chimere, ci dimostra, come asseriva Mario Luzi, che la poesia può essere ovunque.
Basta saperla percepire. Nel caso in questione, attraverso reminiscenze permanenti, capaci di localizzare ritratti, più scolpiti che tratteggiati, “a sgretolare dal cuore le paure”.
BALDO LERRI "Se tu fossi più bella" (Tracce)
Motivazione:
Un giovane autore da non perdere di vista per rievocazioni in cui non c'è ricordo che non parli di te che appari/come un mattino imminente. Con quel tuo corpo che diventa un abbraccio/ e sembra non finirsi mai. E qui si arriva a nomi di donne che rappresentano storie di vita riproponenti il ripetuto amore. E così Ambra, sei l'entusiasmo/sei la sera...ti canto/ e non ci sei mai Stefania...-i capelli lunghi/Valentina./eran presi a pretesto quei capelli.../...io t'amo/Margotte...mi chiedo Francesca/se esiste ancora l'essenza/che t'ha vista invecchiare...
...come lo so, Annetta/che non si ritorna...- Anita -/quanto grande è nei tuoi occhi l'immenso.../Anita, ha l'aria di chi vuol dire e sa/che ogni parola ha un peso/un languore... E rievocando figure di donne, prevale una sensazione di interrogativo sommesso sulla tristezza e la sofferenza.
Insomma una poesia mai conclamata o illusionista, alla ricerca di interiorizzazioni inaspettate. La segnalazione di questo autore del 1980, riguarda tale caratteristica da non trascurare.
GIOVANNI CAPUTI "Pensare alla vita" (Todariana)
Motivazione:
Pensare la vita alla ricerca del tempo. Può essere questo il filo conduttore di tale raccolta dedicata ad Eros, demone mediatore tra gli uomini e gli dei, attraverso l'attesa di un volto in balia di miraggi e di sogni per un possesso che il dio/del dolore/imprime in dono. L'iter del poeta è quello umano, regolato da un passo/che non potrà smemorarmi/fuor della tua mano.
E da tali premesse, il viaggio attraverso la vita va ad esplorare larve di preghiere,/ove il sangue/si fa roccia... Per ritrovare nude gambe...senza passato, possedendo lacrime/d'oblio, in nome di un...perdersi/che non ha/ritorno. La ricerca del tempo crea quadretti di vita di ricordi indelebili, di sospiri contenuti, anche se inquieti. I versi riproposti, rendendo la storia di un bagliore/di fiamma/brillato/per un dileggio/disumano/, mostrano verso l'opera prima di Giovanni Caputi un'attenzione tutta da verificare e scoprire.
Per queste ragioni la Fondazione Marino Piazzolla lo segnala ad un pubblico di assertori di una poesia da non sconfessare che ama citare fatti e stati d'animo, senza adulterazioni o manipolazioni tanto di moda.