Opere » Antichi versi su alcune statue nuove di Pino Conte
Nell'aria gemma, ancora suonano gli occhi
d'un'ombra umana che un giorno chiamasti « Velo »;
ed allo spazio bianco d'un alto sole
fra le braccia incrociate ci offristi la « Timidezza »
Poi nel silenzio, lieve si mosse «Wasting»
la luce sulle palme, infantili per sempre
le sue anche: dritta sui piedi,
appena angelicata dal sorriso.
La mestizia di Lucilia è ferma sopra le braccia
assenti; e al tempo non parla, racchiusa
intera sotto le palpebre d'una dea bambina.
Aglaia qui si lascia cancellare il volto
imitando la luna informe che a sera
conduce noi tutti ai suoi deserti.
Palladia già si atteggia a donna eterna
e suona sulle spalle la treccia che si allunga
fino all'amore muto, messo di profilo,
tra il cielo e la bellezza.
Marino Piazzolla