Studi » Neuro Bonifazi: Storia della Letteratura contemporanea
MARINO PIAZZOLLA (1910-1985). Nato a S. Ferdinando di Puglia. Poeta lirico, critico letterario e d'arte, filosofo, Marino Piazzolla ci ha lasciato, tra le altre, anche un'opera del tutto singolare che manifesta la sua profonda ironia nei confronti della vita: I detti immemorabili di R. M. Ratti. Quest'opera, uscita dapprima in due volumi (rispettivamente nel 1965 e 1966) e in una seconda edizione nel 1979, occupa un posto del tutto particolare nel panorama della produzione di Piazzolla e testimonia di quella sensibilità che caratterizzò sempre l'approccio non solo alla letteratura ma alla vita. Ed è il segno di un animo inquieto e indagatore dell'uomo in quanto soggetto antropologico e speculativo. La sua ultima opera, uscita nell'85, Il pianeta nero, cattura ancora l'interesse che suscita un'ulteriore chiave di lettura circa la complessità e la profondità di questa figura di poeta e letterato.
Una vita dedicata all'amore per la poesia, una poesia di tensioni emotive e di originali pronunzie, dalle intense e strane Lettere alla sposa demente, alla veemente e apocalittica denunzia del Pianeta nero. Un «curriculum» che nasce dalla mitica terra meridionale e raggiunge vette inusitate di poesia. Lo scrittore non teme né tematiche né terminologie; il suo 'fraseggio' (e a ragion veduta si usa in termine musicale) si snoda con nervo deciso. Poeta di sicura dimensione, e ancora vivo e presente nelle sue opere: «Cinquant'anni d'assedio. / Troppi per un poeta già dissanguato. / Ma non sono avvilito / se il mio tronco resiste. / Ho nemici dovunque / mai conosciuti, mai. / Ho amici apprendisti nemici clandestini / e poche ombre compagne. / Castrati sin dalla nascita. Come poeta / dicono: sei troppo ricco, maneggi troppe immagini: / tu sei un vulcano. È la parola d'ordine. / E ogni giorno di più / s'innalza il "muro d'incomprensione" / come fosse un mostro / o come disse Rimbaud: / «il poeta è figlio del fuoco» / e perciò tentano di spegnermi»