Mia cara luna,
non te ne andare lontana:
Ma tu, quando vieni sul cielo,
non mi dici mai nulla;
aspetti solo che m'addormenti.
*
Oggi il melo
s'è vestito a festa.
Ed io gli ho detto: auguri!
ma non ho udito la sua voce,
So solo che appena mi ha vista,
è diventato più bianco.
*
Le rose sono allegre nel giardino.
Corro a mettermi
l'abito nuovo:
potremo parlare insieme,
dirci che siamo belle.
Non ci vedrà nessuno
e insieme giocheremo
sotto il pesco.
*
Nuvola, buongiorno.
Anche tu vai e vieni
davanti al sole! ma perchè lo tormenti?
Vattene, vattene più lontano;
torna domani.
Ho bisogno del sole
per addormentare
due piccole margherite.
*
Cara farfalla,
ieri volasti via,
e non dicesti dove te ne andavi.
Io sono tornata nel giardino,
ma tu non sei venuta.
Se sei nascosta, puoi uscire,
fatti vedere.
Vorrei soltanto
che tu mi dicessi
come voli. Puoi dirmi
chi ti cucì le ali?
Chi ti regalò tanti colori?
Anch'io
vorrei volare come te;
posarmi sopra i fiori;
starmene a riposo
sui fili d'erba
che non parlano,
non dicono mai nulla:
anche quando
tu li pieghi fino a sfiorare
la terra.
*
Nonna mi dice sempre:
Vedi la luna?
Vedi la sua faccia?
Guardala, guardala sempre.
Essa è una signorina
che non volle morire.
Mai volle morire veramente.
E allora se ne andò nel cielo
per essere felice e non morire.
Io so che non ancora
è morta; non è morta;
ma si è fatta più bianca.
*
Sole, perché non parli;
perché non t'avvicini
alla finestra?
Te ne stai in alto,
con la faccia rossa
e non sei rnai venuto,
non sei entrato mai
nella mia stanza:
per farti conoscere
da vicino.
*
[...]
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Mai fui adolescente.
Non ebbi giovinezza
e non avrò vecchiaia.
Sono fra chi soffre,
fra chi dice: devi, devi amare.
Eppure sono solo,
solo come può essere il silenzio
d'un astro incenerito.
Qui resterò per altri, altri millenni.
*
Dove io sono a vivere,
non passano le stagioni.
Questo luogo è vago;
uomo, non puoi nemmeno immaginarlo.
*
Quando tu guardi il cielo dici a te:
lassù tutto è sereno, tutto è luce!
Tu dici questo, e t'addormenti queto,
se un raggio della luna
viene a posarsi sulle tempie affrante.
Invece, in quell'istante,
ho gli occhi stanchi:
stanchi del cielo, ancora senza tempo.
*
I fiori s'alzano tristi,
e vivono un istante sugli steli.
Non cade mai la neve
perché quasi perpetuo
è il bianco della luna.
*
Quando giunge una madre, ancor più in allo
salgo per non udire la sua voce:
«Quest'angelo è il ritratto di mio figlio».
*
Spesso, quando il sole beve l'ombra,
tento sorridere presso un'ala stanca;
ma penso che dovrò, dopo un istante,
farmi davvero triste.
*
Io vedo tutto; e ascolto! Non sogno più da secoli perché devo vegliare.
*
Quando c'è novilunio,
una, ch'è di Venezia, giunge sempre
nell'arco della luna:
lieta nella sua gondola d'un tempo.
*
Se tu vedrai due stelle più lucenti
nel mezzo della notte,
guardale a lungo:
null'altro sono che i miei occhi accesi.
*
Per me non è mai tardi;
sono fuori del tempo e devo ancora:
devo sperare sempre !
*
Una viennese morta lungo il sonno
più non ricorda che fu viva un giorno.
Sicché quando mi vede guarda l'ali;
e trema tutta,
ed ha per me parole che non dico.
*
Io sono fermo in un celeste esilio
a guardia della luce.
Sono qui sveglio per aver pietà,
solo ad amare dall'eternità.
*
Posso soltanto amare
quando gli alberi snelli
si coprono di neve sulla luna.
*
Un bruno adolescente di Cassino
mi mostra le sue mani flagellate.
Io lo conduco allora silenzioso
sopra un cristallo...
e gl'indico laggiù fra l'erbe nuove
sua madre già invecchiata da gran tempo.
*
Dormono tutti ed io soltanto veglio
per completare l'èra mia celeste.
*
[...]
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