rivista Fermenti n. 225, anno 33°
ISSN 0046-3671 € 15,00
In collaborazione con la Fondazione Piazzolla
"Dagli opposti terrorismi alla terra desolata, attraverso China il Vecchio"
In questo numero della rivista |
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Fondazione Piazzolla Attività svolte nel 2002 |
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(Presentazioni, Incontri, Assegnazione Premi letterari, Concerti e altro) |
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ecco alcuni degli articoli presenti nella rivista: | |
Il passaggio dalla visione contemplativa della verità alla natura agonica del logos nella tradizione greca dei secc. VII - IV a. C. di Valerio Branchi | |
Il 24 aprile 2002 l'istituto Italiano di Cultura di Atene ha organizzato un convegno di studi sul tema II mito come struttura della realtà, nel corso del quale Donato Di Stasi ha tracciato le linee di confronto fra Kavafìs, Ritsos, Elitis, e Savinio, Pavese, Piazzolla dimostrando i profondi legami della poesia di Piazzolla con l'antica e moderna grecità, oltre che con la più avanzata cultura europea del Novecento. Valerio Branchi è intervenuto con una relazione che, incentrata sull'attualità del mito, ha ripercorso le teorie più accreditate circa la nozione di mitologia, mostrando la non antitecità di mito e logos, ma la loro complementarietà, perché sempre il pensiero ha bisogno di completarsi nelle immagini del mito, così come le immagini sensibili necessitano del pensiero per universalizzarsi e cristallizzarsi quale repertorio conoscitivo di una comunità. [...] |
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Il festino neo-antico di Marino Piazzolla di Renzo Paris | |
Marino Piazzolla è poeta d'amore, intessuto di stupori antichi. La sua poesia non ha nulla a che fare con i grappoli di metafore, né con lavori linguistici post-simbolisti. Piazzolla si muove tra i poeti degli anni Trenta francesi con l'aria di chi ha dimenticato l'antico gioco dei versi, come in Apollinaire. alla ricerca della voce antica della poesia lirica di tutti i tempi. Le avanguardie più furiose, come il Dadaismo, si erano spente in un Surrealismo già politicizzato quando arrivò a Parigi. L'aria che respirò era quella del ritorno all'ordine, che per i più conservatori era ancora l'ordine simbolista, mentre per altri era ritrovare, dopo tante esperienze tecniche futuriste, il miele lirico che le tiene insieme. È il tono della voce, l'impostazione di una voce neo-antica a interessare il giovane Piazzolla. [...] |
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La forsennata rinascita di Donato Di Stasi | |
Che cosa si può rievocare di un poeta come Accrocca? Forse la prospettiva romana del suo verso, il controcanto morale di un'Italia corrotta e iniqua, la memoria umanissima della nativa Cori. Detto così, è poco, per una carriera dipanatasi in cinquant'anni di attività. Elio Filippo Accrocca (1923-1996) è stato un poeta addentro alla modernità, sempre in ascolto della vita amara e dolorosa, per esperienze collettive e personali (la storia ufficiale della prima repubblica, la morte a diciott'anni del figlio Stefano). Egli ha avuto il coraggio, sul finire dei '40 e nei primi anni '50, di una proposta lirico-civile con i toni della cantata antica, ha teorizzato la necessità di aprire alla dimensione quotidiana, senza cedere alla facile ripresa dell'ermetismo, senza incanalarsi nel populismo alla moda post-resistenziale [...] |