Introduzione di Alberto Frattini L'idea di questa antologia nacque verso la fine degli anni Settanta, in un vivace risveglio d'interesse per la cultura e la poesia dell'area romana nel secondo dopoguerra. Tra le varie iniziative che in quel clima maturarono si ricorda l'inchiesta, effettuata dalla rivista « Quinta Generazione », su un gruppo di poeti che avviarono a Roma il proprio lavoro negli anni Quaranta, in un ricorrente intreccio di tensioni, affinità, intenti operativi, che trovarono particolari occasioni d'incontro in una collana di poesia, « Il Canzoniere » e in una rivista « Poesia Nuova »: nell'una e nell'altra significativa risultava, pur nell'apertura a un orizzonte nazionale, la presenza di autori romani (per adozione se non per nascita o estrazione familiare). Il dibattito su quella inchiesta consentì di avvertire l'utilità, da un lato, di più articolate ricerche sui rapporti tra problematica culturale e proposte letterarie e artistiche nella Roma di quegli anni, dall'altro, di più ampie e documentate verifiche sul lavoro che i poeti, in particolare quelli delle generazioni di mezzo, avevano portato avanti sino alle soglie degli anni Ottanta. |
di Marino Piazzolla Il mio fare poesia deriva essenzialmente dal pormi in rapporto con l'uomo, la natura e Dio che ritengo tre realtà trascendenti la mia persona. Più che nelle correnti artistiche credo nelle opere che hanno una loro compiutezza sia storica che metastorica. Tutto quello che di autentico un poeta riesce a rappresentare non lo attinge che dal « Sacro »; perciò l'arte che ha una maggiore durata storica ed un valore universale discende direttamente, o per vie misteriose, dalla trascendenza. Siamo nell'Essere e non possiamo evadere da questa totalità. Ho scelto la poesia lirica non per mia volontà, ma perché penso di essere stato scelto da un flusso misterioso che mi fa essere quel che sono in poesia. Credo, comunque, che la poesia, per poter vivere di vita propria, necessiti, in primo luogo, di ritmo, di pathos, d'invenzione, di autenticità, di perfetta adeguazione del significante (parola) al significato (contenuto). Penso che dare troppa importanza alle correnti dell'arte sia un errore storico. Quanto alle avanguardie possono essere necessarie nella misura in cui mettono in moto la soggettività creativa. La storia della poesia non si lascia storicizzare. L'essenziale durata di una poesia nasce da un maggiore approfondimento dell'Essere che il poeta compie nell'atto di fare poesia. Per tale ragione Saffo, Leopardi o Baudelaire sono contemporanei. I grandi poeti di un'epoca storica non sono perciò funzionar! passivi dello spirito dell'epoca, ma obbediscono, come afferma Hans Sedlmayr, direttamente all'Assoluto. |
Horizon perdus, Paris, Edition des deux Artisans, 1939. Caravanes, Edition des deux Artisans, 1939. Persile e Melasia, Trani, Pa-ganelli, 1940. Ore bianch, Trani, Paganelli, 1940. Elegie doriche, Roma, Eros, 1951. Un negro in Paradiso, Roma, Eros, 1952. Lettere della sposa demente, Roma, Ippogrifo, 1952. Esilio sull'Himalaya, Roma, Ed. del Canzoniere, 1953. Le favole di Dio, Roma, Albatros, 1954. Pietà della notte, Bologna, Cappelli, 1957. Il paese di nessuno, Roma, Porfiri, 1958. Poemetti, Roma, Porfiri, 1958. Adagio quotidiano, Padova, Rebellato, 1958. Mia figlia innamorata, Milano, Cino del Duca, 1960. Il paese d'Iride, Roma, Canicci, 1962. Gli occhi di Orfeo, Roma, Ippogrifo, 1964. Ballata per mille ombre, Roma, Canesi, 1965. Il mattutino delle tenebre, Pisa, La Soffitta, 1966. I detti immemorabili di R. M. Ratti, 2 volumi, Roma, Ippogrifo, 1966. Quando gli Angeli ascoltano, Roma, Ciranna, 1969. Minuetto per ombre sole, Padova, Rebellato, 1970. Per Archi impazziti, Roma, Veutro, 1970. Gli anni del silenzio, Roma, Cardini 1972. Viaggio nel silenzio di Dio, Roma, Ippogrifo, 1973. In un pianeta che ignoro, Roma, Ersi, 1974. Lettere della sposa demente, Roma, Ippogrifo, 1975. Sugli occhi e per sempre, Roma, Fermenti, 1979. / detti immemorabili di R. M. Ratti, Roma, Studio Tipografico, 1979. L'amata non c'è più, Roma, Ippogrifo, 1980. Parabole dell'Angelo di cenere, Roma, Fermenti, 1980.
BIBLIOGRAFIA CRITICA F. VIRDIA, « La Voce Repubblicana », 5 agosto 1952; F. FORTINI, « Comunità », 7 dicembre 1952; E. F. ACCROCCA, «La Fiera Letteraria», 15 novembre 1953; P. DALLAMANO, « Paese Sera », 25 febbraio 1959; P. CIMATTI, « La Fiera Letteraria », 20 marzo 1960; N. CIARLETTA, «II Paese», 30 agosto 1960; A. FRATTINI, « Humanitas », novembre 1960; G. AVENTI, pref. a Gli occhi di Orfeo, cit.; A. BEVILACQUA, « II Messaggero », 14 settembre 1964; G. VILLAROEL, avvertenza a // mattutino delle tenebre, cit.; B. PENTO, « Annali della Pubblica Istruzione », gennaio-aprile 1965; R. MEJEAN, pref. a Lettere della sposa demente, cit.; A. FRATTINI, «L'Osservatore Romano», 11 settembre 1981. |