Premio letterario "Feronia" - Città di Fiano

Sezione Fondazione Marino Piazzolla

Edizione 2006

 

Premiazione a Fiano Romano presso il Palazzo Ducale il 15/07/2006 alle 19.30

Vincitore:

Giorgio Vigolo

Motivazione:

In considerazione di un esemplare lavoro svolto sul linguaggio, ancora da scoprire e valutare nella sua innovativa portata, in considerazione inoltre della dimensione europea della sua opera, perfettamente rispondente agli intenti dell’Istituzione che mi onoro di presiedere, La Fondazione Piazzolla si pregia di attribuire il Premio Feronia al poeta, prosatore, critico musicale, traduttore, Giorgio Vigolo il quale ha saputo ritrovare negli elementi naturali la stessa iniziativa compositrice della mente umana, tesa fra effimero e destinazione ultima delle creature, fra parvenza e essenza, fra i tanti ricordi (Roma, la guerra, i suoi affetti familiari) e il presagio angoscioso di un mondo non più capace di esistere; lo stesso senso tragico dell’esistenza Vigolo ha rintracciato nei Sonetti di G. G. Belli, studiati tanto a lungo, così come dal 1930 si è impegnato, sempre più affascinato, sulle liriche di Holderlin, presentate nella splendida traduzione del 1958.
Scrittore limpido e concreto, musicale e plastico, Giorgio Vigolo ha saputo tratteggiare i corpi e le ombre della letteratura con il suo personalissimo tratto, animato da incubi e estasi, un diagramma tanto caro a Marino Piazzolla, a lui idealmente unito, anche nell’auspicio di una maggiore valorizzazione della loro opera che il premio di questa sera intende sollecitare.
 

 

Dalla visione onirica all’esperienza vissuta:l’itinerario poetico di Giorgio Vigolo

di Magda Vigilante (responsabile del Fondo Vigolo presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma)

Giorgio Vigolo è stato un autore appartato per sua scelta, in quanto consapevole che l’artista per emergere dal fondo uniforme dell’epoca in cui vive, vi si deve opporre in “dissonanza dolorosa”.
Il suo percorso creativo iniziò sotto la guida del poeta Arturo Onofri da cui assimilò la poetica frammentista e proseguì con la pubblicazione sulla rivista «La Voce» di prose caratterizzate da un’accesa fantasia.
A partire dall’opera giovanile La città dell’anima (1923) s’impose il motivo di Roma, la città natale, rappresentata in una dimensione onirica e magica , che sarà sviluppato in tutta la sua successiva produzione in versi e in prosa. Significativo per questo tema il volume di racconti Le notti romane (1960) ma anche i testi delle raccolte Spettro solare (1973) e Il canocchiale metafisico (1982) che evocano luoghi, figure e memorie di Roma.
L’opera in versi riunita principalmente nel volume La luce ricorda (1967) presenta l’evoluzione da una poesia intesa come “illuminazione surreale” ad una più aderente al piano dell’esistenza di cui si pone in risalto l’elemento tragico, particolarmente evidente nelle ultime raccolte Fantasmi di pietra (1977) e La fame degli occhi (1982).
Dopo aver conosciuto una certa notorietà, all’inizio degli anni ’80, con la pubblicazione del racconto fantastico La Virgilia (1982) per merito del critico Pietro Cimatti, Giorgio Vigolo è stato ingiustamente dimenticato nonostante vi siano state alcune iniziative a suo favore come la giornata di studi organizzata, nel 1994, da Leonardo Lattarulo e Giuliana Zagra alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e il recente incontro promosso dalla Casa delle Letterature.
Si auspica che con il conferimento di questo premio la critica torni ad occuparsi attivamente di un autore ancora poco conosciuto.

 

Foto della premiazione

Nella foto, da sinistra, Velio Carratoni e Filippo Bettini

Nella foto, a destra, Paola Pitagora

 

Nella foto, al centro, Magda Vigilante

Nella foto la targa commemorativa del premio

La Fondazione Marino Piazzolla conferisce a Giorgio Vigolo
riconoscimento per la produzione poetica e l'attività culturale svolta come critico musicale, traduttore e studioso del Belli.

Durante la sua lunga esistenza si dedicò ad una ricerca personale in contrasto con le linee dominanti del Novecento, rivelando un costante interesse per gli aspetti misteriosi della realtà, resi con una scrittura nella quale i modelli della tradizione sono sottoposti a procedimenti metaforici per manifestare la presenza del fantastico.